Omelie Vescovo

Omelia del Vescovo per la Veglia di Pasqua

 

Veglia Pasquale nella Notte Santa
Omelia
Cattedrale di Cagliari, 30 marzo 2024

Carissimi in Cristo,
questa Veglia Pasquale trova il suo fulcro nell’annuncio del giovane seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”» (Mc 16,6-7). Il centro, la ragione, la luce e la gioia di questa notte, dell’intero cosmo e della storia tutta, è la proclamazione che Gesù, il crocifisso, è risorto! Proprio il crocifisso è risorto. La morte non ha più potere su di Lui, Lui che non ci abbandona, ci precede e vuole che lo vediamo.

Non abbiate paura!
Non abbiamo paura, cari fratelli, né della vita, con tutti i suoi imprevisti brutti, né della morte, che certamente continua a far male ma non governa più l’esistenza, rendendoci schiavi proprio con la paura (cf. Eb 2,14), non ha più il potere di trascinare nel nulla i nostri destini e le cose più belle, l’amore che ci sostiene e la verità che ci illumina. La paura non certo è domata dal coraggio eroico o dalla volontà di ferro, ma è attraversata e trasformata dalla fede, dall’accoglienza del grande annuncio, il più grande che sia mai risuonato nella storia degli uomini: «Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui». Colui che è la nostra pace, la nostra speranza, la vita e la verità, non è tra i morti, è vivo e vive in eterno.

È risorto, non è qui.
Non cerchiamo Gesù tra i morti, magari nel ricordo di un passato lontano. Dio, in Cristo, ci incontra nell’oggi e semmai ci dà appuntamento nel futuro (“lo vedrete in Galilea”). Gesù Cristo è risorto per essere presente nel qui e ora che viviamo, in qualsiasi condizione sociale ed esistenziale ci troviamo. Non c’è condizione di vita che possa essere di ostacolo alla sua presenza, al suo farsi vedere. Anche le difficoltà sono strade sulle quali camminare incontro al Risorto e con la sua amicizia. La certezza della risurrezione rende accettabile, e perfino amabile, ogni condizione di vita.

Intimamente uniti a lui.
Si è molto discusso, negli scorsi mesi, circa la rilevanza della Chiesa, che la si vuole rilevare dal suo peso politico. La Chiesa è, e potrà essere, rilevante solo se saprà parlare al cuore e all’intelligenza degli uomini, muovendone la libertà, se resterà quindi fedele al mandato dell’Angelo di annunciare e testimoniare che Dio vive e in Cristo attira a sé la storia, che la morte è stata sconfitta e la colpa perdonata; che la felicità e l’amore sono possibili nella loro pienezza; che l’uomo è destinato all’eternità che brama da sempre.
La rilevanza della Chiesa non la si desume dal suo peso politico ma dalla novità che i suoi figli sanno immettere nel mondo, in ogni momento storico.

Quale novità?
La novità è il battesimo. Scrive l’Apostolo: «Se siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione» (Rm 6,5). San Paolo parla, in tal senso, della vera novità che non è anzitutto una straordinaria capacità morale o intellettuale ma una identità rinnovata. Chi sono io? Cosa mi definisce? La novità della risurrezione investe e trasfigura il mondo grazie alla vita cambiata dei credenti, la cui caratteristica fondamentale è un io vissuto in Cristo e a lui tanto intimamente unito (nel dolore come nella gioia) da assumerne una somiglianza, almeno nel sentimento e nel pensiero. Noi siamo chiamati a mostrare al mondo la risurrezione di Cristo e la perdita del dominio della morte e della corruzione del nulla. È questa la novità del battesimo che ci immette in Cristo, che genera la nuova creatura che vive con Lui. Sono impressionanti i termini greci usati dall’apostolo per dire questa nuova identità dei discepoli: consepolti, compartecipi, concrocifissi, convivere. L’identità del cristiano è vivere con Cristo, immerso in Lui. La novità del battezzato è una esistenza che mostra la somiglianza con Lui nella consegna d’amore della morte e nella gioia di una vita piena. La via della croce è anche, e inseparabilmente, la vita della risurrezione, l’una e l’altra vissuta in unione al Signore. Chi perde la vita a causa sua, chi la consegna con fiducia nelle sue mani, può riceverla nuova, rinnovata. La novità del cristiano è vivere in e con Gesù Cristo.

Viventi per Dio, in Cristo Gesù.
«Anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù» (Rm 6,8-11). La novità della vita è in questo per, nella ragione per cui facciamo tutto, nell’amore per cui affrontiamo la fatica del lavoro o la gioia di un matrimonio. Non viviamo per cose vane e futili ma abbiamo la grazia di vivere per l’Eterno. Siamo sottratti al nulla. Viviamo per un Altro, per gli altri. Vivere per Dio è possibile solo in Cristo. Egli non è un’idea o un progetto o un programma, ma la realtà in cui viviamo. Se viviamo in Cristo vuol dire che la nostra esistenza (affetti, lavoro, amicizie, impegni) è spazio del Risorto, nel quale egli fa nuove tutte le cose. Viviamo in Lui perché Egli vive in noi.

Per amore degli uomini.
Viviamo per Dio, che è amore infinito per gli uomini, e in Cristo, che ha dato la vita per la loro salvezza. Noi tutti, fatti uomini nuovi, possiamo allora farci compagni di viaggio di tutti i fratelli che incontriamo e con i quali condividiamo lo spazio di questa storia per costruire un mondo nuovo, in cui la vita venga accolta, custodita e difesa; nel quale l’amore tra uomo e donna sia casa di felicità e non di egoismo istintivo; nel quale possa esserci libertà, giustizia e pace tra i popoli e le nazioni e all’interno di queste. Amicizia e pace sono le parole che dilatano tra gli uomini l’esperienza della risurrezione. L’incontro con Gesù Cristo ci riempie di responsabilità perché sia rinnovata la faccia della terra, per l’azione dello Spirito, certo, e la tenacia, la creatività e la pazienza lungimirante dei cristiani, di coloro che vivono per Dio in Cristo Gesù. Allora sarà credibile il nostro annuncio e i nostri fratelli potranno comprendere che davvero il Signore è risorto e la morte non ha più potere.

A voi tutti, cari fratelli, la grazia, la misericordia e la pace da Dio Padre e da Cristo Gesù nostro unico Signore.

 

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