La nostra Isola è ormai giunta a un appuntamento che influenzerà i prossimi anni. Domenica 25 febbraio siamo infatti chiamati all’elezione del Presidente della Regione Autonoma della Sardegna e al rinnovo del suo Consiglio. Vorrei proporre, per tale circostanza, alcuni spunti di riflessione che ci motivino a vivere questo momento con responsabilità e fiducia.
1. La vocazione della politica. La Chiesa richiama anzitutto a considerare il grande valore della politica, che «è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune» (Francesco). L’amore non può riguardare solo i rapporti tra singole persone o piccoli gruppi ma si apre sempre alla possibilità di trasformare le relazioni e i sistemi sociali, economici e politici per realizzare il bene umano in ogni contesto. L’impegno politico, in tal senso, afferma l’esigenza e l’ideale di un cambiamento, il senso di una appartenenza, la passione per raggiungere mete che danno dignità all’agire delle persone e del popolo.
2. La responsabilità della partecipazione. Per la sua vocazione, la politica non può essere disertata da nessuno e in particolar modo dai cristiani, chiamati a collaborare con tutti per tendere a una più perfetta giustizia, a una democrazia più partecipata, a una società più solidale. Respingendo gli atteggiamenti di indifferenza o di passiva rassegnazione, serve ribadire che la partecipazione al voto è un dovere, un atto di amore per il nostro popolo e di responsabilità verso il bene comune.
3. Le scelte dei cattolici. Dalla concretezza della realizzazione storica e dalla diversità delle opinioni, scaturisce la varietà degli orientamenti che possono essere assunti, purché moralmente accettabili, dai cattolici. La legittimità di un certo pluralismo politico dei cattolici si coniuga con l’invito alla loro coerenza con quei principi e valori sociali che, nel corso dei secoli, e alla luce del Vangelo, la Chiesa ha sviluppato: la dignità della persona, il bene comune, la difesa della vita, l’opzione preferenziale per i poveri, la destinazione universale dei beni, la solidarietà, la sussidiarietà, la cura per la nostra casa comune. Si tratta di espressioni sociali delle virtù della fede, della speranza e dell’amore, che non sono meri sentimenti individuali ma piuttosto qualità idonee alla trasformazione del mondo. Poiché la politica è sempre fondata su una certa visione delle cose, bene diceva Benedetto XVI che in politica «il contributo dei cristiani è decisivo solo se l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà, chiave di giudizio e di trasformazione».
4. Amicizia sociale e politica. I cattolici devono particolarmente contribuire, in un clima di esasperata polarizzazione, alla costituzione di uno spazio comunitario di confronto nel quale la soluzione dei problemi possa maturare con la collaborazione di tutti e nel riconoscimento del valore di ciascuno. All’interno di un dialogo corale e sincero, la passione di ciascuna parte politica potrà tramutarsi nel sentimento di una impresa comune per il bene del popolo.
5. Sfide decisive. Sono molte e urgenti le questioni da affrontare in Sardegna con decisione e competenza: politiche del lavoro; contrasto alla povertà; promozione dell’educazione in tutte le sue espressioni, compresa la formazione professionale; trasporti e infrastrutture; politiche e servizi sociali di base, gestione e valorizzazione delle risorse ambientali, sanità territoriale e servizi domiciliari, politiche familiari… Il lavoro della Consulta diocesana per la pastorale sociale e del lavoro mi fa sperare che su tanti temi non mancheranno le riflessioni e le proposte della comunità ecclesiale. Si può aggiungere che la storia e la geografia chiamano la Sardegna ad essere protagonista di una politica di pace e di cooperazione tra i popoli nell’area del Mediterraneo. La politica deve anche saper esaltare aspetti non riducibili a quelli economici: la dimensione dell’appartenenza, dell’amore, della bellezza, della cultura, aspetti tutti che definiscono l’identità di una comunità. Ecco, in sintesi, la politica è chiamata a custodire e a dare un futuro all’identità, al patrimonio di lavoro e cultura, del nostro popolo sardo.
Mi auguro di cuore che la partecipazione all’importante appuntamento elettorale rinnovi il senso e il gusto della costruzione della comunità degli uomini e possa permetterci di guardare con fiducia ad un futuro di solidarietà e di sviluppo.
Cagliari, 23 febbraio 2024
+ Giuseppe Baturi
Arcivescovo di Cagliari