Comunicazioni sociali

Giornata delle comunicazioni. L’importanza dell’ascolto

Non c’è comunicazione senza ascolto

Nel leggere l’annuale messaggio che il Papa ci ha consegnato per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali viene in mente l’aforisma attribuito a san Bernardino da Siena: «Dio ti ha dato due orecchie e una sola lingua, perché tu ascolti più che parlare». Francesco infatti ci indica il tema: «Ascoltare con l’orecchio del cuore».

Lo scorso anno ci aveva proposto di riflettere sul bisogno di “andare” e “vedere” per comprendere e raccontare la realtà partendo dalla concreta esperienza dell’incontro con le persone. Ecco, quindi, il passaggio dal “senso” della vista a quello dell’udito. Francesco sottolinea che il verbo “ascoltare” è «decisivo nella grammatica della comunicazione e condizione di un autentico dialogo».

L’ascolto è alla base dell’esperienza della fede, dell’incontro con Dio, tanto che il Pontefice evidenzia che «tra i cinque sensi, quello privilegiato da Dio sembra essere proprio l’udito, forse perché è meno invasivo, più discreto della vista, e dunque lascia l’essere umano più libero».

Il Papa pone in stretta relazione la comunicazione con l’ascolto: «Solo facendo attenzione a chi ascoltiamo, a cosa ascoltiamo, a come ascoltiamo, possiamo crescere nell’arte di comunicare, il cui centro non è una teoria o una tecnica, ma la capacità del cuore che rende possibile la prossimità».

Nelle molteplici opportunità che oggi abbiamo di “dire la nostra”, in un mondo estremamente fornito di strumenti comunicativi e caratterizzato da un protagonismo mediatico, il tema dell’ascolto è quanto mai importante. Nella smania compulsiva di voler dire sempre qualcosa, si perde il senso e la pratica di un ascolto vero. E giustamente Francesco rileva una “tentazione” che, nel tempo del social web, è quella di “origliare e spiare”. Mentre «ciò che rende la comunicazione buona e pienamente umana è proprio l’ascolto di chi abbiamo di fronte, faccia a faccia, l’ascolto dell’altro a cui ci accostiamo con apertura leale, fiduciosa e onesta».

Il tema dell’ascolto trova, nel messaggio del Papa, un’applicazione in ambito ecclesiale, tanto da coniare un concetto particolare quando afferma che: «nell’azione pastorale, l’opera più importante è “l’apostolato dell’orecchio”». Questa “pastorale dell’ascolto” trova una sua esplicita attuazione nel Sinodo. E infatti il verbo ascoltare è fondamentale nell’orizzonte del cammino sinodale al quale lo stesso Pontefice ci ha invitato. Peraltro, quello dell’ascolto, è il secondo dei dieci temi fondamentali proposti all’attenzione delle comunità ecclesiali per guidare la consultazione e il discernimento. Non un tema accessorio o secondario perché, come si legge nel vademecum sulla sinodalità, «ascoltare è il primo passo, ma richiede una mente e un cuore aperti, senza pregiudizi».

E vale la pena ricordare almeno alcune delle domande che ci sono state proposte a partire dal tema dell’ascolto: In che modo Dio ci sta parlando attraverso voci che a volte ignoriamo? Come vengono ascoltati i laici, specialmente le donne e i giovani? Cosa facilita o inibisce il nostro ascolto? Con quanta attenzione ascoltiamo chi si trova nelle periferie?

Dall’ascolto, dunque, nasce la capacità del confronto e di superare lo scontro. Solo con l’ascolto si condividono idee e prospettive diverse che meglio ci aiutano a comprendere la variegata ricchezza dell’uomo, del mondo e della Chiesa.  Accogliamo, allora, l’invito di papa Bergoglio di riscoprire «una Chiesa sinfonica, nella quale ognuno è in grado di cantare con la propria voce, accogliendo come dono quelle degli altri, per manifestare l’armonia dell’insieme che lo Spirito Santo compone».

Don Giulio Madeddu
Direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

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