Diocesi Pastorale familiare Vescovo

Presentato il Servizio diocesano Amoris Laetitia

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Presentato questa mattina (lunedì 26 giugno), nella sala Benedetto XVI della Curia arcivescovile di Cagliari, il servizio diocesano Amoris Laetitia, alla presenza dell’Arcivescovo monsignor Giuseppe Baturi. Il nuovo organismo rappresenta la risposta più concreta all’invito che papa Francesco ha rivolto alla Chiesa dopo i sinodi sulla famiglia e l’omonima esortazione apostolica.

Si tratta di un percorso articolato, che ha preso le mosse dall’Assemblea generale straordinaria del Sinodo del 2014, volta a raccogliere testimonianze e proposte dei vescovi per annunciare il Vangelo della famiglia. Ad essa ha fatto seguito, l’anno successivo, l’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si è occupata di elaborare delle linee operative per la pastorale della persona umana e della famiglia.

Tra le due esperienze, si colloca il Motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus (MIDI) che riforma il diritto processuale canonico e istituisce l’indagine pregiudiziale o pastorale, come momento previo alla fase tipicamente processuale, per la verifica della nullità matrimoniale, espressione della sollecitudine della Chiesa, che si pone in ascolto dei fedeli separati o divorziati che dubitano della validità del proprio matrimonio. Ai due sinodi ha fatto inoltre seguito l’esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia, nella quale vengono recepite le istanze emerse dai sinodi. Al n. 244 in particolare si esprime la necessità di «mettere a disposizione delle persone separate o delle coppie in crisi, un servizio d’informazione, di consiglio e di mediazione, legato alla pastorale familiare, che potrà pure accogliere le persone in vista dell’indagine preliminare al processo matrimoniale»; al n. 291 si afferma come la Chiesa debba «accompagnare con attenzione e premura i suoi figli più fragili, segnati dall’amore ferito e smarrito, ridonando fiducia e speranza» e al n. 297 si precisa che «si tratta di integrare tutti, si deve aiutare ciascuno a trovare il proprio modo di partecipare alla comunità ecclesiale, perché si senta oggetto di una misericordia “immeritata, incondizionata e gratuita».

Da questo percorso emerge l’esigenza di offrire un cammino di discernimento in favore di quanti, dopo aver celebrato il matrimonio sacramentale, a seguito dell’esperienza dolorosa dell’abbandono della vita coniugale, vivono una situazione di fatto irreversibile rispetto alla prima unione e sono mossi dal desiderio di progredire nella fede e nella comunione ecclesiale. Attualmente chi proviene da un precedente matrimonio ma anche chi, pur essendo libero sacramentalmente, è coinvolto in una relazione stabile con una persona precedentemente sposata non trova nella Chiesa un cammino pensato appositamente per questo tipo di situazione.

DICHIARAZIONI. «Nella Chiesa – afferma il vescovo monsignor Giuseppe Baturi – già prima dei Sinodi dedicati alla famiglia vi era grande preoccupazione per queste persone che dopo aver celebrato il matrimonio, a seguito di vicende o separazioni per cui la convivenza era diventata impossibile, avevano intrapreso altre strade. C’erano tante persone che guardavano alla Chiesa con distanza, e chiedevano di poter essere accolte e accompagnate. Alla luce di questo, ispirati dall’esortazione apostolica di papa Francesco, abbiamo pensato di attivare un servizio capace di offrire ai Pastori, alle coppie e ai singoli, dei percorsi di ascolto e discernimento, per poter leggere la propria situazione e sentirsi parte della comunità cristiana».

«In modo riduttivo la questione che viene sollevata più spesso è la possibilità per i divorziati e risposati – dice don Emanuele Meconcelli, direttore dell’Ufficio di Pastorale familiare nel cui ambito nasce il nuovo servizio diocesano – di accedere alla comunione e di risposarsi in Chiesa, ma in realtà sotto c’è molto di più. Basti pensare che anche la questione terminologica denota la difficoltà ad affrontare nel modo dovuto la questione: non ci piace parlare di fedeli irregolari, di matrimoni falliti, espressioni che troppo spesso hanno rinchiuso dietro una facile etichetta percorsi umani segnati da grandi sofferenze. Il servizio – sottolinea – ha lo scopo di proporre percorsi ecclesiali di riconciliazione che portino i fedeli a maturare un pieno inserimento nella comunità ecclesiale. Solo all’interno di un clima di preghiera e ascolto autentico sarà possibile guardare con libertà, onestà e umiltà l’esperienza matrimoniale che ha ferito la propria vita e discernere nello Spirito come vivere la propria obbedienza al Vangelo».

«Attraverso il “Servizio diocesano Amoris Laetitia”- afferma don Paolo Sanna, referente del servizio – la Chiesa di Cagliari intende rispondere all’invito di papa Francesco di elaborare orientamenti pastorali diocesani organici per la famiglia, e dar vita ad un servizio diocesano permanente, che aiuti il discernimento di quanti si trovano in situazioni familiari particolari sotto il profilo sacramentale. Il percorso compiuto – dettaglia – non può che riportare all’interno della Comunità cristiana, qualora da essa ci si sia allontanati o si abbia vissuto la difficoltà di farne parte attivamente. Si tratta di ritrovare sé stessi nella Comunità come credenti nel Crocifisso Risorto, per vivere e maturare come membra vive della Chiesa».

 

 

 

 

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