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L’Associazione cattolica esercenti cinema: “Le Sale della Comunità sono presìdi culturali strategici da preservare nell’esercizio cinematografico”

Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e il Sottosegretario, Lucia Borgonzoni, hanno incontrato un’ampia rappresentanza di associazioni del mondo del Cinema e Audiovisivo. Il confronto, svoltosi presso il Salone delle Riunioni del Ministero della Cultura, ha avuto luogo in un clima di armonia e collaborazione, con l’obiettivo di individuare soluzioni concrete alle necessità produttive e occupazionali dell’intera filiera, riconosciuta come settore strategico nelle politiche ministeriali. Le associazioni presenti hanno espresso apprezzamento per la riforma del Tax Credit Cinema, volta a riportare la fruizione dei contributi in un quadro di rigorosa legalità.

Il Ministero ha preso atto delle urgenze rappresentate – tra cui la richiesta di tempi certi per i decreti direttoriali – garantendo una collaborazione immediata ed efficace. A partire dal mese di settembre, è stata concordata l’attivazione di tavoli tematici specifici per affrontare nel dettaglio le questioni più rilevanti del settore. A rappresentare l’ACEC – Associazione Cattolica Esercenti Cinema, l’associazione di categoria che riunisce e rappresenta le Sale della Comunità, erano presenti il Segretario Generale Riccardo Checchin e il Vicepresidente Fabio Zenadocchio.

Nel suo intervento, Checchin ha sottolineato il ruolo insostituibile delle Sale della Comunità nel tessuto culturale italiano: “Le Sale della Comunità – ha dichiarato – non sono semplici luoghi di proiezione, ma spazi vivi, capaci di generare partecipazione, educazione e cittadinanza attiva. In molti territori rappresentano l’unico presidio culturale e sociale accessibile. Il loro contributo al pluralismo culturale va riconosciuto e sostenuto con forza, in  considerazione anche del fatto che ad oggi rappresentano ben il 10% degli spettatori (7 milioni – ndr) del 2024”.

Il Segretario Generale ha inoltre richiamato l’importanza del Bando previsto dall’art. 27 della Legge Cinema, fondamentale per il sostegno a progetti di sperimentazione e diffusione della cultura cinematografica, auspicando una riflessione seria sul suo rilancio. Anche Zenadocchio, che ha voluto richiamare l’attenzione sul valore umano e sociale che le Sale della Comunità portano con sé:

Le nostre sale – ha affermato Zenadocchiosono spazi di relazione e cura, dove il cinema diventa strumento di dialogo intergenerazionale, inclusione e coesione sociale. Valorizzarle significa investire non solo nella cultura, ma nel benessere delle comunità locali. Confidiamo – ha concluso – che anche in questa fase di riorganizzazione e potenziamento della struttura ministeriale, il sostegno alle Sale della Comunità non venga meno, ma anzi si rafforzi come segno concreto di una politica culturale attenta ai territori e alle persone”.

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