
Pubblichiamo la Nota Pastorale “L’insegnamento della religione cattolica: laboratorio di cultura e dialogo”, approvata dall’81ª Assemblea Generale.
Presentazione
A quarant’anni dalla firma dell’Intesa che dava attuazione all’Accordo di revisione del Concordato lateranense in materia di insegnamento della religione cattolica (Irc), la Conferenza Episcopale Italiana ha ritenuto opportuno fare il punto della situazione e richiamare l’attenzione sull’Irc, volendo evidenziare e rilanciare il suo servizio alla scuola. Sono del resto passati trentaquattro anni dalla prima e unica Nota pastorale che era stata pubblicata sull’argomento nel 1991, poco dopo la prima revisione della stessa Intesa, in una stagione ancora segnata da un vivace confronto culturale e giudiziario-amministrativo.
A distanza di tempo, si conferma la validità di una presenza scolastica che rispetta la libertà di coscienza di tutti e assicura un fondamentale servizio educativo. In questi anni la società italiana è cambiata, confrontandosi soprattutto con il fenomeno migratorio e la conseguente presenza di culture e religioni diverse sul territorio e nelle aule scolastiche. L’Irc ha saputo aprirsi al confronto e al dialogo proprio grazie all’identità che la contraddistingue, che ne valorizza la portata culturale e formativa.
Fedele a tale impostazione e all’interno dello specifico quadro normativo, l’Irc ha saputo trasformarsi e rinnovarsi, rispondendo negli anni alle domande della scuola e della società italiana. Un esempio di tale apertura è offerto dalle schede per conoscere l’Ebraismo e l’Islam, predisposte dagli uffici della Segreteria Generale della CEI rispettivamente con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica, in vista della redazione dei libri scolastici e della formazione degli insegnanti di religione.
Alla luce del recente magistero e dei riferimenti più autorevoli per il settore, la presente Nota, dopo una breve introduzione, descrive in quattro distinti capitoli il “cambiamento d’epoca” in cui ci troviamo a vivere oggi, la natura istituzionale dell’Irc, la figura dell’insegnante di religione e i rapporti dell’Irc con la comunità ecclesiale. In un quadro che vede un numero di avvalentisi dell’Irc superiore all’80% a livello nazionale, il documento non trascura le difficoltà presenti soprattutto nella gestione organizzativa e nell’applicazione della normativa specifica da parte delle scuole. Continua a far pensare la possibilità offerta agli alunni più grandi di poter uscire da scuola privandosi di un’occasione formativa quale l’Irc o l’attività alternativa. Superiori alle criticità sono comunque i segnali di vitalità, da cui emerge come l’Irc si confermi uno strumento di arricchimento culturale, di attenzione educativa, di dialogo sincero con tutte le istanze provenienti dal mondo contemporaneo, avviandosi a proseguire con convinzione il suo servizio alla scuola.
La Nota è stata approvata dalla 81ª Assemblea Generale della CEI (Assisi, 17-20 novembre 2025), dopo un’ampia consultazione in tutte le Diocesi italiane. A suo modo, è anche una conferma e un rilancio di quanto affermava papa Leone XIV il 27 ottobre 2025, all’apertura del Giubileo del mondo educativo: «Chi studia si eleva, allarga i propri orizzonti e le proprie prospettive, per recuperare uno sguardo che non si fissa solo in basso, ma è capace di guardare in alto: verso Dio, verso gli altri, verso il mistero della vita. Questa è la grazia dello studente, del ricercatore, dello studioso: ricevere uno sguardo ampio, che sa andare lontano, che non semplifica le questioni, che non teme le domande, che vince la pigrizia intellettuale e, così, sconfigge anche l’atrofia spirituale».
Roma, 11 dicembre 2025
Matteo Maria Card. Zuppi
Arcivescovo di Bologna
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
