Omelie Vescovo

Omelia del Vescovo per la messa vespertina di fine anno

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO – Messa vespertina.

Cattedrale di Cagliari, venerdì 31 dicembre 2021

Nm 6, 22-27

Gal 4,4-7
Lc 2,16-21

Quanti avvenimenti e parole, quanti sentimenti salgono alla coscienza se guardiamo a quest’anno. Ricordiamo dolori e gioie, nascite e morti, fatti e incontri, come linee di un disegno che facciamo fatica talora a comprendere nel suo significato globale. Contemplando l’incarnazione del Figlio di Dio possiamo capire quanto scrive il poeta Thomas Eliot: «Senza significato non c’è tempo, e quel momento di tempo diede il significato». Il momento in cui il Verbo si fece carne ha dato significato al tempo e noi abbiamo il compito altissimo di custodirne il mistero. Non c’è senso se non nella fede di Gesù Cristo, Lui che è il Signore e il Maestro, la chiave di volta, il centro e il fine di tutta la storia umana.

Guardiamo la scena evangelica. Alle parole dei pastori la gente reagisce stupendosi, cantando e lodando ad alta voce. L’evangelista Luca annota che Maria, invece (da parte sua), reagisce custodendo nel silenzio tutte le cose riferite, meditandole nel suo cuore (cf. Lc 2,19). Ella conserva nell’intimo le cose ascoltate. L’evento di Betlemme è illuminato da parole che dispiegano la loro potenza solo quando vengono serbate con attenzione nel profondo del cuore.

Il “cuore” è il centro della persona, la sede della memoria, dei desideri, della volontà e dei sentimenti. “Custodire” qui indica il ricordare, il conservare dentro e considerare con cura le cose. “Meditare” sta per una parola greca che significa mettere insieme, o anche porre a paragone, confrontare e indica la capacità di comprendere il senso profondo degli avvenimenti. Le parole e gli avvenimenti riguardanti Gesù non sono tra loro slegati, e solo se tenuti insieme possono introdurre alla comprensione profonda del suo mistero. Chi, d’altra parte, poteva intendere quanto accaduto se non Maria, che aveva memoria dell’annuncio dell’angelo e del miracoloso concepimento di quel bambino. Maria può comprendere il senso degli avvenimenti perché conserva e medita tutto dentro il cuore.

Questa è la funzione della Chiesa, la sua missione nel mondo: custodire con amore e meditare nel profondo la presenza di Cristo per offrirla a tutti gli uomini, e in particolare a quanti sono in ricerca, ai poveri e agli umili, a quanti possono meglio riconoscere la misericordia di Dio. Meditiamo sempre e contempliamo perché non smetteremo mai di comprendere un mistero che affonda le sue radici nell’eternità e cresce nella storia.

Non c’è altro modo per intendere l’evento di Gesù che raccoglierlo in noi perché diventi parte profonda della nostra personalità e lasciare che noi stessi diventiamo parte del suo manifestarsi e crescere nel mondo. Custodiamo Gesù in noi perché Egli ci custodisca in sé. Perché Cristo maturi in noi, nella Chiesa e nel mondo, deve essere continuamente ascoltato, accolto e custodito nell’intimo delle nostre persone. Allora la memoria del passato diventa sincera gratitudine e l’attesa del futuro disponibilità e fiducia. Nulla è impossibile a Dio.

La memoria è in Maria puro riconoscimento e canto della misericordia di Dio: «Di generazione in generazione la sua misericordia / per quelli che lo temono. / Ha spiegato la potenza del suo braccio, / ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; / ha rovesciato i potenti dai troni, / ha innalzato gli umili; / ha ricolmato di beni gli affamati, / ha rimandato i ricchi a mani vuote. / Ha soccorso Israele, suo servo, / ricordandosi della sua misericordia, / come aveva detto ai nostri padri, / per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Ricordiamo tutto, anche il male del peccato e della morte, per lasciarlo abbracciare dalla misericordia di Dio.  Il pensiero del futuro, in Maria, è sincero e libero sentimento di disponibilità e obbedienza: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». Il futuro è desiderato come compimento di una grande promessa di bene, per la realizzazione della quale diciamo di nuovo il nostro libero, grato, lieto.

Maria è davvero l’immagine e la verità di ogni discepolo. Oggi la chiesa ci convoca a esprimere la nostra gratitudine e a professare la nostra fiduciosa disponibilità al Cristo, Signore e giudice della storia.

Dal cuore che custodisce la memoria di Gesù Cristo, sgorga la pace, il dono annunciato dagli angeli a Betlemme. Scrive San Leone Magno: «La pace genera i figli di Dio, nutre l’amore, crea l’unione; essa è riposo dei beati, dimora dell’eternità. Suo proprio compito e suo beneficio particolare è di unire a Dio coloro che separa dal mondo del male». Non c’è pace dove non regna l’unione, il perdono e l’amore vicendevole. Nel rito della Santa Messa non a caso chiediamo al Signore Gesù Cristo di non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della Chiesa, per la quale domandiamo unità e pace secondo la sua volontà.

La nostra Chiesa custodisca sempre con amore nel proprio cuore e mediti continuamente la Parola di Dio che si fa carne e la sua comunione sia germe e profezia della pace tra gli uomini. Ora e qui.

 

 

 

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