Vescovo

Messaggio del Vescovo per la Quaresima 2018

RISCALDA CIÒ CHE È GELIDO

Carissimi fratelli e sorelle,

inizio questa lettera per la Quaresima 2018 con una invocazione allo Spirito Santo contenuta nella preghiera del “Veni Sancte Spiritus” che troviamo nella liturgia di Pentecoste e che ripetiamo in varie occasioni durante i nostri incontri ecclesiali. Me la suggerisce il Messaggio quaresimale di Papa Francesco, che ha come tema “ Per il dilagare dell’iniquità si raffredderà l’amore di molti”, una parola di Gesù che troviamo in Matteo 24,12. Trovo efficace e stimolante la contrapposizione tra il gelo creato dal peccato e il calore del fuoco di Carità donato dallo Spirito Santo.  Inoltre, iniziare la Quaresima con un’invocazione allo Spirito Santo ci aiuta a contemplare in modo più completo l’Evento Pasquale, che culmina con il Dono dello Spirito Santo effuso dal Signore Risorto sui discepoli. Gli Orientamenti Pastorali di quest’anno ci propongono di vivere con particolare intensità la Pentecoste, valorizzando i giovani e coinvolgendoli nella celebrazione della Cresima.

La Quaresima è invito forte alla conversione: siamo chiamati a riconoscerci peccatori e a invocare “Dio Padre di Misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella la morte e risurrezione del suo Figlio e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati”, come recita la liturgia della Riconciliazione. Il peccato raffredda la Carità, rende il cuore gelido e insensibile (cfr. Rm.1,31) ed un cammino di conversione è un cammino verso la Carità piena, l’Amore che Dio ci offre e che è la sua vita (cfr. Gv.4, 8-10).

In questa luce proviamo a rileggere le tre parole chiave della Quaresima: preghiera, digiuno, elemosina.

Preghiera

Gesù nel deserto respinge le insinuazioni del Tentatore con le parole della Sacra Scrittura. E’ un invito chiaro a pregare con la Parola di Dio e meno con le nostre parole. Questo significa anzitutto pregare mettendoci in ascolto del Signore che ci parla. Proprio come ci dice Gesù: “ Pregando non sprecate  parole come i pagani…” (Mt.6, 7). La bella tradizione delle Quarantore è un’ottima occasione per pregare nel silenzio dell’adorazione e per riascoltare con calma la Parola di Dio che ci viene proclamata nella liturgia. Con la Parola delle Scritture Gesù riscaldò il cuore dei discepoli che camminavano tristi verso Emmaus (Lc. 24,32).

Raccomando in particolare il vangelo di Marco, che ci accompagna nella lettura domenicale di questo anno liturgico.

Nella prima domenica di Quaresima viviamo la Giornata della Bibbia: una rinnovata consegna della Sacra Scrittura a tutti noi, per tenerla bene  in vista nelle nostre case e nelle chiese e soprattutto per farne il cibo privilegiato nel tempo quaresimale. Non di solo pane vive l’uomo!

Digiuno

Vuol dire ricerca di essenzialità, liberazione da ciò  che è dannoso e  crea dipendenze, ridurre le nostre esigenze per essere più liberi e anche per avere qualcosa in più da condividere.

Spesso siamo in overdose di messaggi, immagini, parole, rumori, ecc. Propongo un’ora al giorno di totale disconnessione da ogni tipo di “rete” per essere connessi solo con Lui: un’ora al giorno di deserto, di silenzio, di ascolto, ciascuno secondo le proprie condizioni di vita. Potremo assaporare un silenzio che riempie il cuore e che sconfigge ogni solitudine e ogni paura.

Elemosina

Un cuore che si converte diventa un cuore capace di condividere: il pane quotidiano e ogni altro dono che il Signore ci ha fatto.

La terza domenica di Quaresima è la Giornata della Caritas e ci permette, a metà del cammino quaresimale, di verificare se la conversione sta entrando nel concreto della nostra vita. Elemosina è un termine greco che significa letteralmente Misericordia, proprio quella che  imploriamo per noi dal Padre quando gridiamo: Kyrie Eleison.

Preparando la nostra confessione pasquale non possiamo allora dimenticare le parole del Signore: “ Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori…Se voi non perdonerete agli altri neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe…” (Mt.6, 12-15). Noi stessi diventiamo la misura della Misericordia che desideriamo ricevere dal Padre. Una Misericordia che passa attraverso le persone concrete: il povero che è presenza del Signore, il fratello con cui non sono ancora riconciliato e che viene prima della mia offerta da portare sull’altare. Ecco perché la Misericordia di Dio non è buonismo: mi chiede di essere concreto e di cambiare punti precisi della mia vita. Ecco perché la confessione dei peccati davanti al ministro della Chiesa è sacramento:  chiedo perdono non solo davanti a Dio ma davanti alla comunità con cui devo riconciliarmi perché l’ho defraudata nell’amore. Tutto questo il Signore lo compie manifestandoci il suo amore. Invito a rileggere il salmo 103(102) come preghiera per prepararci al Sacramento della Penitenza.

Molto concreti sono anche gli strumenti che mi aiutano a fare un buon esame di coscienza per una confessione veritiera: i dieci comandamenti, i sette vizi capitali, le quattordici opere di misericordia, schemi collaudati nell’esperienza della Chiesa che mi pongono con realismo spietato davanti alla mia condizione di peccatore. Papa Francesco ci invita a ripetere l’iniziativa “24 Ore per il Signore” venerdì 9  e sabato 10 marzo, dedicandola in modo speciale al Sacramento della Riconciliazione o Penitenza.

Affidiamoci a Maria, che oggi prega con noi e per noi come ha pregato nel Cenacolo con la Chiesa di Gerusalemme invocando lo Spirito Santo : “Vieni Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in loro il fuoco del tuo Amore”.

Cagliari, 11 febbraio 2018

+ Arrigo Miglio

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