Omelie Vescovo

Solennità di N.S di Bonaria. Omelia dell’Arcivescovo

Santuario di Nostra Signora di Bonaria, 24 aprile 2020

 

Tutta la Sardegna, in questo Santuario quasi vuoto, è spiritualmente presente, perché nello Spirito siamo sempre presenti a Dio, in Cristo. E siamo presenti a sua Madre, come i primi apostoli «assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù» (At 1,14). Solo con Maria possiamo essere assidui e concordi davanti a Dio. Come disse San Paolo VI durante il pellegrinaggio a questo santuario, proprio 50 anni fa, «se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani». Maria raccoglie con amore tutta la nostra vita e la offre allo sguardo di Cristo. I sardi conoscono bene questa lezione.

Arrivato a Cagliari, ho subito potuto apprezzare i prodotti della tessitura tradizionale, quel particolare intreccio formato, con sapienza antica, dalla trama che si inserisce nei fili dell’ordito. Così è la vita cristiana e la spiritualità dei sardi, la cui trama si intreccia sempre con la devozione filiale alla Madre di Bonaria. Ricorrendo alla Nostra Signora, come con la propria mamma, per generazione di secoli, i sardi hanno ricordato il passato e confidato speranze, ammesso colpe e chiesto perdono, cercato protezione e domandato il senso. In fondo nel dialogo con la madre tutti cerchiamo un filo che sveli il senso della propria origine e il segreto della propria vita. Non c’è trama, non c’è storia, senza il particolare rapporto con Dio che Maria continua a offrire in dono. Avvertiamo infatti che Maria Vergine custodisce noi stessi e la nostra esistenza di popolo.

Nel suo Messaggio per questo Anno Giubilare Straordinario, per il 650° anniversario dell’arrivo del simulacro di Nostra Signora di Bonaria, il Santo Padre Francesco ha parlato di questo santuario – custodito con amore dai Padri Mercedari, che ringrazio di cuore – quale «memoria della grazia celeste». Questo santuario è un punto di memoria perché è Maria la nostra memoria, la perenne della grazia di Dio, Colei che ricorderà per sempre – nel suo Magnificat – le grandi cose fatte dall’Onnipotente, motivo della sua e nostra esultanza. Senza questa feconda memoria dimentichiamo lo sguardo con cui Dio ci ama e ci sostiene, e smarriamo noi stessi, la trama della vita, il senso del cammino. La memoria della grazia non contiene un ricordo del passato, ma custodisce noi stessi in quanto amati (scelti, dice san Paolo) da Dio, e quindi con una grande vocazione: «scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4). Senza questa memoria non sappiamo chi siamo, da dove nasciamo e il senso del nostro cammino. Come deve esserci cara questa memoria di Maria, che custodisce l’origine della nostra vita dell’amore che l’ha generata. Maria serba nel suo cuore ciò che riguarda il Figlio e perciò tutti noi, in quanto opera del Figlio, siamo per sempre custoditi nel suo cuore (Lc 2,19).

Come serve questa memoria! Ora che sta per aprirsi una nuova fase sociale, non possiamo dimenticare questi mesi di grande fatica e di preoccupazione. Non possiamo mettere tra parentesi le decine di migliaia di morti dovuti alla pandemia, sepolti senza funerali e perlopiù senza il saluto dei loro cari, e le centinaia di migliaia di ammalati, trepidanti per la loro salute, e le tante sofferenze che abbiamo, e stiamo ancora attraversando. Non possiamo dimenticare la carità di tanti, la compassione e la tenerezza di chi si è fatto carico della vita degli altri. Non possiamo dimenticare nulla, ma chiedere a Maria di custodire tutto nel suo cuore di mamma e di aiutarci a comprenderne il senso, a trattenerne il valore. Che nulla di ciò che abbiamo vissuto vada perduto e nell’abbraccio della Madre tutto sia salvato, fatto fiorire e portato a compimento.

Nel Vangelo contempliamo Maria sotto la croce, lì partecipa all’offerta del Figlio, al suo sacrificio d’amore. Al suo sguardo misericordioso, al suo cuore di mamma possiamo affidare anche le nostre pene perché siano presentate al Crocifisso glorioso.

Adesso ci aspetta una nuova partenza. C’è preoccupazione per il lavoro e la sicurezza delle famiglie, per le fasce meno protette della popolazione che rischiano di precipitare nel baratro dell’indigenza. Ci attende non un semplice ritorno alla vita passata ma un nuovo inizio: non possiamo cominciare nulla senza la memoria della presenza della grazia di Dio. Che la viva memoria di questa Presenza che cammina con noi, ci aiuti a ri-costruire il nostro futuro, un mondo di verità e giustizia, di amore all’uomo e di cura dei più fragili, di solidarietà e di apertura alla vita.

La Madre ci doni la fede, la costanza e la concordia per questo nuovo inizio, la carità e la consapevolezza perché il sacrificio di questi mesi non vada perduto ma fiorisca in bene.

Condividi
Skip to content