Clero Vescovo

Omelia del Vescovo per le ordinazioni di sabato 11 aprile 2015

arrigo miglio messa crismale 2014Nella mattina dell’11 aprile, sabato dell’ottava di Pasqua, il vescovo Arrigo Miglio ha presieduto il rito di conferimento dell’ordine sacro nel grado del presbiterato al diacono don Michele Piras, e nel grado del diaconato al seminarista Giorgio Franceschini, nonchè l’ammissione tra i candidati all’ordine sacro dei seminaristi Manuelbruno Usai e Sergio Loddo. Riportiamo di seguito l’omelia tenuta dal vescovo.

 

La liturgia pasquale del grande ottavario, un unico grande giorno, e in particolare la liturgia di questa mattina ci fa incontrare il Signore Risorto, ci pone di fronte a lui:

è di fronte a lui la comunità del Cenacolo, riuniti intorno alla mensa, come già era avvenuto per i due discepoli di Emmaus; hanno gli occhi fissi su di lui Pietro e Giovanni, nel sinedrio, colgono la sua presenza, inquietante per loro, i membri del sinedrio, vedendo con i loro occhi l’uomo guarito.

Guardando a lui noi riscopriamo il significato e la ricchezza del Battesimo (come ci ha ricordato l’orazione collecta della S. Messa) che ci ha uniti a lui indissolubilmente, innestati in lui, morti e risorti con lui: da questa unione con lui scaturisce ogni chiamata, ogni cammino di vocazione, diverso per ciascuno, secondo il progetto misterioso di Dio per ognuno di noi. E’ la grazia del Battesimo che rende vera e feconda ogni vocazione, perchè ci porta a morire con lui e come lui, a perdonare come lui, a risorgere con lui, a lasciarci riunire introno a lui come ha fatto con i discepoli dispersi dalla prova della Passione. La pagina del Vangelo ci consegna questa azione instancabile di misericordia del Signore Risorto, che ci rimprovera per la nostra poca fede ma non cessa di aver fiducia in noi e di inviarci a portare la sua parola e la grazia della sua presenza. Questa data, questa liturgia di ordinazione, resterà legata per sempre all’indizione del giubileo straordinario voluto da Papa Francesco e dedicato alla Misericordia del Signore, proprio in questo sabato che precede la domenica della Divina Misericordia, voluta da S. Giovanni Paolo II.

Oggi in modo particolare riceviamo da lui il dono dello Spirito Santo attraverso il ministero apostolico, come avvenne per i primi sette collaboratori scelti dagli Apostoli a Gerusalemme, e come avvenne nelle diverse comunità da loro fondate e affidate alla cura pastorale degli “anziani” o presbiteri, con l’imposizione delle mani e l’invocazione dello Spirito Santo.

Chi sceglie il Signore per annunciare il suo Vangelo? la Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci interpella e ci incoraggia: Pietro e Giovanni “illetterati” per i maestri del sinedrio; Maria di Magdala e la sua storia; gli Undici e la loro poca fede. La nostra fragilità e la nostra povertà ci vengono lasciate non certo per avallare pressapochismo o superficialità, ma per farci sentire sulla nostra pelle la fiducia e la misericordia del Signore per noi, e soprattutto per non dimenticare mai che lavoriamo per lui, per mettere sempre lui al centro, unico vero protagonista di ogni cammino di evangelizzazione. Il nostro posto rimane intorno alla mensa degli Undici, nel Cenacolo, nella Chiesa concreta di oggi, quella in cui il Signore ci ha chiamati e attraverso la quale ci assicura la fecondità del nostro ministero.

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