Pastorale sociale Vescovo

Intervento del Vescovo su legalita’ e societa’ civile

arrigo miglioL’arcivescovo mons. Miglio ha partecipato al Convegno “La Legalità nella nostra società civile” organizzato da UGL Polizia presso l’Istituto “Primo Levi” di Quartu. Nel suo intervento, a conclusione della mattinata, mons. Miglio ha ricordato anzitutto la propria esperienza del 1992 quando, da poco nominato Vescovo di Iglesias, aveva partecipato come Assistente Centrale dell’Agesci ad una veglia di preghiera a Palermo, con migliaia di scout e di altri giovani, ad un mese dalla strage di Capaci. Alla veglia era presente il giudice Paolo Borsellino, che un mese dopo sarebbe stato ucciso anch’egli dalla mafia, assieme alla sua scorta tra cui Emanuela Loi, di Sestu.

L’arcivescovo ha sintetizzato le sue conclusioni in quattro punti.

  1. I morti uccisi dalla mafia non sono degli sconfitti ma sono i veri vincitori, anche se la vittoria è ancora parziale ed è affidata anche alle nostre mani. Il tempo trascorso e l’evento odierno ci aiutano a capire chi sono i veri vincitori nella guerra contro il male.
  2. La sfida della legalità è la sfida per la Libertà, perché legalità vuol dire rispetto e solidarietà verso gli altri e al tempo stesso coscienza dei nostri limiti personali e sociali da rispettare. Una libertà solo individuale sarebbe illusoria. Libertà vera è crescere insieme agli altri.
  3. Legalità deriva da Legge, ed è importante comprendere dove le radici della Legge devono consolidarsi. Non basta una maggioranza di persone, spesso a rischio di manipolazione. Il terreno solido per le radici della legalità è l’uomo stesso, la sua natura, la sua storia. Ma non basta ancora. Una Legge che ci educhi alla libertà deve radicarsi nella trascendenza, affinché nessun uomo possa mettersi sopra gli altri per schiacciarli.
  4. Occorre coltivare la vigilanza e il senso critico, ma la vigilanza dev’essere rivolta anche su noi stessi, perché i virus del male e della violenza sono anche in noi. Ognuno di noi può diventare capace di compiere efferatezze. Puntare il dito contro i mafiosi non basta, se non lo puntiamo anche contro noi stessi.
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